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Dopo il viaggio a Dubai e in Oman mi ero ripromessa di non partire fino al 2015. Poi è arrivata la mail di invito per un viaggio stampa foodie, dedicato principalmente alla scoperta di Hong Kong e Bangkok due città che non avevo mai visitato. Così dal barrare la casella viaggi fino a data da destinarsi, mi sono trovata a riprogrammare tutti gli appuntamenti di Dicembre: per nulla al mondo avrei mancato l’appuntamento. Il viaggio è stato breve, solo 5 giorni in totale, divisi equamente tra Hing Kong e Bangkok, giusto il tempo per scoprire il loro fascino, quel tanto che basta per voler ripartire al più presto. Oltre ad essere la mia prima volta in Sud Est Asiatico è stata anche la mia prima volta con Cathay Pacific, la compagnia aerea che ha organizzato il viaggio e ho avuto la possibilità di testare la loro business class: volare in Business Class con Cathay è stata una vera e propria esperienza, come essere seduti comodamente a casa, sul proprio divano. In realtà stavamo viaggiando a quasi 900 km orari verso la nostra prima destinazione: Hong Kong.
Su FB ho scritto più di una volta la frase ‘Trovarsi ad Hong Kong è come vivere sul set di Blade Runner, sembra di essere sospesi nel tempo, tra passato e futuro’ ed in realtà è proprio così: è una città unica, che vive fuori dal tempo, nonostante i quasi 7 milioni di abitanti, distribuiti in poco più di 1000 km quadrati, una delle aree più densamente popolate del mondo. È immensa e già dal primo momento non si smette di guardarla con il naso all’insù. Una città che è costruita in altezza, lo skyline è a dir poco emozionante, e già dal primo momento mi è sembrato di essere in un luogo in bilico tra New York e Londra, una città cosmopolita e all’avanguardia dal grande fascino.
Abbiamo avuto poco tempo per visitarla, ma quello che ho visto mi è piaciuto moltissimo e cercherò di farvela conoscere attraverso le immagini. In tema food la città ha una marcia in più e ci sarebbero voluti almeno 15 giorni per scoprire molte più cose di questa metropoli così elettrizzante.
In tema food abbiamo assaggiato differenti cucine: Zuma per quella giapponese di alto livello, Giando Il Ristorante per quella italiana, magistralmente preparata da Giandomenico Caprioli, passando per quella di Bibo Restaurant, che a dirvi la verità non ha una connotazione perché è un luogo talmente particolare e unico da non poterlo etichettare, ma con una cucina di ispirazione francese. A chiudere l’esperienza gourmet, Man Wah, il ristorante che propone cucina cantonese al 25esimo piano del Mandarin Oriental, condensato di profumi e sapori in un menù creato apposta per la cena.
Anche questa volta l’esperienza di viaggio è stata davvero interessante. Oltre a Cathay Pacific e la business class abbiamo avuto il privilegio di soggiornare in due favolosi hotel della catena Mandarin Oriental: quello di Hong Kong e poi a Bangkok, luoghi ricchi di charme e storia, soprattutto quello di Bangkok.
Ma veniamo alla parte #foodie del viaggio: prima tappa Zuma, anche qui la mia prima volta, e amiche in viaggio mi raccontano meraviglie di Zuma Londra: per la degustazione diamo carta bianca allo chef. Da Zuma cucina informale, nel tipico stile Izakaya (locali che servono cibo da accompagnare alle bevande, frequentati solitamente per degustare sakè o birre giapponesi). Zuma è una vera sorpresa di stile e design: ampie vetrate, legno, pietra, cristalli, luci spot e una scala a spirale che collega il piano superiore a quello inferiore, una grande cucina a vista per ammirare gli chef al lavoro. I piatti arrivano in sequenza, più portate per poter condividere il cibo con i nostri compagni di viaggio. La parte bella del mio lavoro è proprio questa, la condivisione del pasto con le persone che conosco durante il mio girovagare intorno al mondo.
Dopo pranzo due passi fuori all’aria aperta, alla scoperta della città, ma fa un discreto freddo. Pensavo che Hong Kong fosse più calda anche se, ripensandoci, è Dicembre anche qui. La temperatura non va mai oltre i 14/15° di giorno. Qualcuno in meno alla sera.
Aspettiamo il calar del sole per recarci al molo 9, dove ci attende la barca per Aqualuna experience, una mini crociera per ammirare lo skyline di Hong Kong by night. Per il tour Aqualuna viene usata una tipica imbarcazione, realizzata con giunchi, patrimonio storico della città, realizzata ancora a mano da un artigiano locale che, se non ho capito male, ha 80 anni. Le foto e il video parleranno per me. Guardando queste immagini potrete capire perché mi sembrava di stare sul set di Blade Runner.
Giandomenico Caprioli (Giando), cuoco lucano, dalle cucine di casa Agnelli, dopo varie esperienze in giro per il mondo, si trasferisce ad Hong Kong. Nel 2012 apre Giando Il Ristorante, dove delizia palati locali e non con la vera cucina italiana, senza tanti fronzoli e soprattutto priva di influenze asiatiche.
Il Ristorante si trova sopra Il Mercato, a Fenwick Pier (quartiere di Wanchai), il negozio dove Giando vende il gusto e una bella selezione di prodotti italiani, che propone anche quotidianamente nel menù. I prodotti arrivano dall’Italia due volte alla settimana (lunedì e venerdì): pasta, farine, olio, vino, riso, burro e formaggi. Tartufi, ebbene sì, anche i tartufi, quando è stagione, ma anche liquori e dolci. Da qualche settimana Giando ha inaugurato EAT IT, a Causeway Bay: dalla mattina per un caffè con una minipastiera, pranzo e merenda, passando per la cena e il dopo, per fare due chiacchiere in buona compagnia. Noi lo abbiamo visitato in anteprima, proprio qualche giorno prima dell’apertura ufficiale, avendo la possibilità di parlare a lungo con lo chef, aneddoti e esperienze di vita.
Se vi trovate a passare per Hong Kong e vi viene nostalgia di casa e di cucina italiana, vi consiglio di andare a trovare Giando.
Essere ospitati al Mandarin Oriental di Hong Kong è, di per se, un’esperienza: la camera con vista sulla baia, ammirare l’orizzonte all’alba (già perché quando sono in viaggio amo svegliarmi presto e non sprecare nemmeno un minuto in più a dormire) o approfittare della piscina per sgranchirsi le gambe e lasciarsi galleggiare, rilassando corpo e mente. Non passo molto tempo in hotel, ma con un servizio al cliente come quello del Mandarin, il cocoon è assicurato.
Venerdì a pranzo scopriamo Bibo. Una vera e propria folgorazione. Ci siamo tutti perdutamente innamorati di questo locale: la porta d’ingresso, che da sulla strada sembra quella dove entrava l’Uomo Ombra, quando spariva alla vista degli inseguitori (la pellicola originale è datata 1934, adoro quel film!) e una volta scesa la scala pare di entrare in un’altra epoca, ai favolosi anni 40 se non fosse per le opere d’arte contemporanea appese alle pareti e distribuite in tutto il locale: Bansky, Jean-Michel Basquiat, Damien Hirst, una scultura di legno gigante di Kaws, una di Takashi Murakami appoggiata ad una mensola. Basta dare un’occhiaia dalle vetrate del ristorante per rimanere affascinati. In sé Bibo è un vero capolavoro, già solo per l’ambiente. L’executive, Chef Mutaro Balde, dopo importanti esperienze in terra parigina, si è fermato a Hong Kong: Secondo Balde felicità, armonia e generosità sono le chiavi per il successo di un buon ristorante, oltre ovviamente ad una brigata molto in gamba in cucina (capocuoco Conor Beach) e ad uno staff attento e preparato, a partire dal Maitre de Maison, Arturo Sims. Da Bibo tutto è homemade: dal pane al gelato, attenzione maniacale nella selezione dei prodotti. E questo si percepisce nei piatti che giungono a tavola. Bibo fa parte della catena Relais Chateaux, che seleziona dimore e ristoranti di charme nel mondo.
Dopo il pranzo da Bibo mi è venuta voglia di camminare per le strade di Honk Kong, così decidiamo di tornare in hotel a piedi. Finalmente alla scoperta della città! Hong Kong è così piena di energia che non viene voglia di dormire, mai.
L’ultima cena in città da Man Wah al 25esimo piano del Mandarin Oriental, con una vista mozzafiato sulla città.
Man Wah è stato ed è uno dei più importanti ristoranti cinesi a Hong Kong. Lo stile, la posizione, il cibo, il servizio, l’ambiente lo rendono un locale unico ed inimitabile. Chi cena al Man Wah vuole solo il meglio e lo chef Man-Sing Lee lo sa bene, alle redini della cucina di Man Wah da 4 anni ormai.
Chef molto giovane ma anche molto preparato e ambizioso, una stella Michelin nel 2012, ama molto la cucina cinese tradizionale, la cucina cantonese.
Ci sono alcuni piatti che gli appartengono più degli altri nel menù, sono il suo segno distintivo, la sua firma. Noi ne abbiamo assaggiati due durante la nostra cena: Stir fried lobster, egg white and scallops mousse (che ha vinto il premio nel 2009 come miglior piatto, Best of The Best Culinary award di Hong Kong e che sembra abbia fatto prendere la stella michelin allo chef nel 2012) e Pork Loin, kuei hua flavoured pear, chin kiang vinegar .
Il primo è astice fritto con bianco d’uovo e mousse di capesante, il secondo lonza di maiale, pera kuei hua e aceto kiang chin.
Un altro piatto memorabile della cena al Man Wah è stato Roast Peking Duck, l’anatra alla Pechinese. Finalmente ho potuto assaggiare vera cucina cinese. ( Vi confido che tra me e me ho pensato seriamente ‘lasciatemi qui ad Hong Kong ancora per qualche giorno, vi prego).
Siamo anche riusciti a fare un veloce giro in uno dei mercati di Hong Kong, non chiedetemi il nome perché non me lo ricordo. Però ho scovato delle chicche non male. Che ne dite?
Un viaggio breve, troppo breve, quello ad Hong Kong, ma ricco di esperienze molto interessanti sia dal punto di vista gastronomico che di viaggio. Poco tempo come vi ho detto, ma molto concentrato. Sono sempre stata affascinata da questa città, tra racconti di viaggio di amici e pellicole cinematografiche, ma anche dalla storia di Hong Kong, legata da un filo indissolubile con l’Inghilterra, che continua a comportarsi come una città anglosassone anche se non lo è più dal 1997. Fossi in voi, se avete in mente un viaggio verso oriente una tappa di qualche giorno a Hong Kong la inserirei.
Nei prossimi giorni la seconda parte del viaggio, quella dedicata a Bangkok e al cibo thai.
Viaggio in collaborazione con Cathay Pacific, Amazing Thailand e Mandarin Oriental
Bellissimo racconto di una città che in effetti è veramente difficile descrivere con delle parole…e come dici tu, lascia una gran voglia di tornarci appena la lasci. Concordo sull’ottimo servizio di Cathay, ho avuto il piacere di testare la loro business in un viaggio verso HK e posso dire di aver dormito quasi meglio che a casa ;-)
…curiosa di leggere il continuo su Bangkok e sulla cucina thai che a me hanno personalmente lasciato un segno indelebile.
Che dire?
Bellissimo.
Le foto. Le parole. Tutto.