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È strano trovarmi in Puglia per un mezzo week end di lavoro e aver voglia di scrivere del mio viaggio a Londra. Eppure è successo. Mi trovo sul bus, direzione Lecce dove ci attende un pomeriggio di approfondimenti e conoscenza dei vini del territorio e riesco a pensare solo al post che vi racconterà la mia esperienza (e anche la mia prima volta a Londra). Credo sia colpa della natura e della potenza di questo territorio, selvaggio e fiero, la forza del sole e l’odore del mare, km e km di vigne e ulivi a perdita d’occhio. Forse il fatto di trovarmi qui, nella terra che ha dato i natali ai miei nonni paterni e a mio padre, mi fa venire in mente quanto sia stata in viaggio negli ultimi mesi, alla scoperta di luoghi incantevoli in giro per il mondo. Sentire il bisogno di tornare a casa, anche se la mia casa non è qui. Ma questa è un’altra storia.
Londra. Erano mesi che ci pensavo. Poi sentendo Juls al telefono a metà Giugno decido che è giunto il momento di andare a scoprire cosa ha in serbo per me questa città cosmopolita, per certi versi centro del mondo e di mille e una cultura, meltin pot di popoli (oltre ad essere, a mio avviso, la patria dello street food).
Al terzo anno di organizzazione della Food Blogger Connect e sentendo ogni volta commenti entusiasti da parte di Giulia, penso che forse è la volta buona per partire, un piccolo segno del destino. Chiamo l’amica e collega Federica e dopo circa due ore decidiamo che Londra sarà nostra alla fine di Settembre! Food Blogger Connect e tutto quello che i nostri piedi ci consentiranno di vedere. Come programma non è niente male: libere di decidere cosa fare e dove andare, senza costrizione alcuna.
Quando parto per un nuovo viaggio l’eccitazione della scoperta è talmente forte che quasi mi scordo di tutto il resto. Meno male che c’è sempre chi mi riporta con i piedi per terra o almeno ad una dimensione normale.
Arriviamo a Londra dopo un perfetto [oserei dire] volo con Ryan Air, venerdì 28 Settembre. Un bel trenino rosso fiammante ci porta da Stansted dritte in centro (adoro la puntualità e la cortesia inglesi!). Biglietto della metro ( 7 sterline giornaliero) e via verso l’hotel Melià White House a Regent’s Park che ci ospiterà per un paio di giorni. Il tempo pare reggere e non vedo nuvoloni in vista (però a Londra mai dire mai, lo imparerò moltooo presto). Facciamo check in, molliamo i bagagli in camera, anche perché non sto nella pelle: sono a Londra e non posso perdere nemmeno un minuto di questo viaggio.
Usciamo, il tempo è già cambiato: grossi e grigi nuvoloni minacciano pioggia (così imparo e parlare troppo presto!). Pazienza, tanto ho cappello e ombrello, non mi spaventa nulla, tse. Un brontolio sinistro ci ricorda che sono le 14.30 passate e non abbiamo ancora messo niente sotto i denti; Federica mi domanda: cosa preferisci mangiare? Le rispondo qualsiasi cosa, anche un hot dog ! ;) Alla fine entriamo in un bel pub (un vero pub inglese!) poco distante dal nostro hotel e ordino il mio primo fish & chips. Non ridete, sono quasi emozionata da questo momento storico. Oltre al classico fish & chips anche una versione vegetariana: Haloumi cheese & chips, semplicemente delizioso. :)
Dopo il pranzo frugale, via verso la metro direzione centro (ehm, ancora più in centro se possibile) ci muoviamo senza una meta prestabilita, fermandoci in ogni angolo, vicolo, piazza, camminando a piedi per circa 3 ore. Federica è la compagna di viaggio perfetta perché amiamo esattamente le stesse cose e abbiamo lo stesso passo: non troppo veloce e nemmeno troppo lento, riusciamo a guardare, esplorare, scoprire, annusare (soprattutto la sottoscritta che a Londra ha scoperto di avere un olfatto sensibilissimo e andava in giro come un cane da tartufi per tutta la città!) e non ultimo assaggiare. Non so più chi mi ha detto che a Londra si è trovato male (anzi malissimo!) e ha mangiato anche peggio. Io ho adorato la città appena sono uscita con il naso fuori dalla metropolitana.
Una moltitudine di profumi e sapori, da perderci letteralmente la testa; e parlo solo delle cose che ho assaggiato e annusato nei 3 giorni di permanenza. Senza contare che non ci siamo nemmeno avvicinate ai grandi del food, tipo Fortnum & Mason o Whole Food per citarne un paio. Lo abbiamo fatto di proposito altrimenti sai che danni al portafoglio ?!?!
Stremate ma molto soddisfatte, ci dirigiamo verso l’hotel dove ci attende un bel tea time (dolcetti compresi) presso The level, relax in camera e poi cena presso il ristorante L’Albufera: cucina spagnola, con una serie di ottimi antipasti aka Pica Pica (dal jamon serrano, pan y tomate, gambas al ajillo) per arrivare ad una paella regale, con aragosta. Il tutto annaffiato da un buon Rioja Blanco ;)
Dopo cena, solo il nostro morbido materasso e tanti sogni. Non sarei riuscita a fare nemmeno due passi in più, dopo una giornata così intensa.
Sabato 29 Settembre. Sveglia presto (considerando che siamo un’ora indietro): un ricco buffet a colazione, per me sempre salata e poco, pochissimo dolce. Spremuta fresca di pompelmo rosa, affettati, pane nero e del formaggio. La perfetta colazione del campione. O quasi. Ci vuole molta energia per affrontare una lunga giornata di cammino in giro per Londra. ;)
Come per la giornata precedente, ci dirigiamo verso la metropolitana, senza una meta vera e propria. Abbiamo solo un appuntamento per l’aperitivo in tarda mattinata con un caro amico che si trova a Londra per il fine settimana, proprio come noi.
Quale occasione migliore per rivedersi se non un aperitivo in London? Prendiamo la metropolitana fino a Green Park Station, baci e abbracci, un bicchiere d’acqua per rinfrescarci, altro che vino! ( da non credere ma quel sabato faceva un caldo esagerato, vero Fede?). Decidiamo di andare tutti insieme al Borough Market [e @toccodizenzero non vede l’ora ;) ] anche perché è quasi l’ora di pranzo e ci piacerebbe scoprire qualcosa di davvero unico e speciale. Il mercato a me appare come una vera visione: formaggi di ogni tipo, da quelli francesi, ai banchi di Parmigiano Reggiano, al Cheddar inglese. Salumi, verdure, frutta, mieli, gelati di capra biologici, birre artigianali. Kebab, lasagne, ravioli, ragù. Wonton, involtini primavera, sushi. Banchi interi di cibo vegetariano. Non so più da che parte guardare, lo stomaco in festa e il naso in visibilio per la moltitudine di profumi e odori che è costretto a sopportare. Una vera sofferenza! Mi sarei fermata in ogni banchetto, ad assaggiare ogni cosa. Tutto! Alla fine decidiamo di prendere un Vegan Burger: di nuovo l’amato Haloumi cheese, con una moltitudine di verdure crude, salsa di pomodoro e pane integrale ai mille semi. Stratosferico! Potete giudicare voi, guardate la foto qui sotto :P
Lasciamo gli amici per proseguire il nostro tour: da Borough è un attimo e siamo a Bankside, il Tamigi è sotto i nostri occhi. Il sole è caldo, una leggera brezza ci accompagna e a me non pare ancora vero di essere qui. The Globe, Tate Modern, il ponte di Blackfriars e la cattedrale di St. Paul di fronte a noi.
È fatta, mi sono innamorata di Londra definitivamente.
Torniamo in hotel abbastanza presto, perché a cena ci attende Chef Sriram al ristorante Quilon: unico ristorante indiano stellato al mondo, con una cucina basata prevalentemente su piatti e ricette del sud est dell’India, la maggior parte di pesce. Sono circa 3 mesi che aspetto questa cena e voglio essere in forma smagliante. Arriviamo presto al Quilon e ad attenderci troviamo lo chef. Ci fanno accomodare subito ed inizio a guardami intorno. Nonostante siano solo le 19.30 il locale ha già parecchi tavoli occupati e durante la serata si riempirà del tutto. Se qualcuno tra di voi avesse qualche eccezione sui prezzi vi dico subito che pur essendo un ristorante con una stella michelin, è assolutamente avvicinabile. Basta evitare di scegliere vini costosi e con una sessantina di euro avrete la possibilità di assaggiare una serie di piatti davvero interessanti come il Malabar lamb biryani basmati rice (biryani di agnello cucinato con spezie di Malabar e riso basmati- per noi davvero delizioso) o il Grilled tiger prawn (gamberone alla griglia con salsa al mango e cipolla rossa). Uno dei piatti che ho preferito è stato il Coconut cream chicken (petti di pollo tenerissimo, marinati in cocco, chili e cumino cotti su piastra). Come entree una serie infinita di chutney, Crab cake, Char-grilled scallops (capesante grigliate con salsa chili e mango) e via così. Da bere un meraviglioso ed equilibrato (sia al naso che al palato) Chenin Blanc 2010 Sula [Nashik India, in carta a 31 £ ] e per dessert una delle cose più buone e curiose che abbia mai assaggiato: Spiced poppy chocolate cake, un dolce al cioccolato con spezie che all’interno racchiude un cuore ‘scoppiettante‘. Tante piccole biglie frizzanti che al contatto con la bocca esplodono in un giocoso solletico al palato! Ve lo consiglio se decideste di cenare al Quilon.
Un tè allo zenzero, due chiacchiere per concludere la cena e poi riprendiamo la via del ritorno con la nostra fidata Tube. Ci attende una bella domenica in compagnia di amiche vecchie e nuove: Food blogger connect, la mia prima volta!
In Newport Street incontriamo Giulia, Jasmine, Rossella, Giuseppina, Rossella e altre foodblogger straniere tra cui Regula, grande amica di Juls. È bello ed emozionante rivedersi lontano da casa, sedersi ad ascoltare lezioni su come scrivere un libro di cucina, come organizzare un progetto legato al mondo del food (dai piccoli catering alla bottega di deli di ultimo grido (dettagli legali e amministrativi compresi) come scrivere un foodblog, il tutto spiegato con garbo, semplicità e passione da Sumayya Jamil, editor di Pukka Paki . Ascoltandola mi sono ritrovata in alcuni dei consigli che ha dispensato durante la lezione: pubblicare ricette testate, scrivere post che parlino anche della vita quotidiana e delle proprie esperienze e cercare di condividere il più possibile quello che accade di bello con i propri lettori.
Successivamente sbirciando di nascosto alcuni momenti del bellissimo laboratorio workshop di food photography tenuto dalla mitica Ellen Silverman : scopro molti visi attenti, bei momenti di condivisione e di conoscenza. Ellen, da quello che ho visto e sentito, è una persona eccezionale, molto paziente e piena di energie, che sa trasmettere il suo sapere con amore e generosità. Insomma la nostra quasi giornata alla #FBC è stata molto costruttiva: persone disponibili a condividere, preparate ma in ogni caso curiose di apprendere e ascoltare. Ora so che non potrò perdere l’edizione del 2013 e questa volta a Londra ci starò almeno per una settimana.
Impressioni. La mia esperienza londinese si chiude con un grande + e oserei anche un 10 : per la passione che contraddistingue sempre e comunque le persone che vivono di passioni e che con passione svolgono il proprio lavoro, qualunque esso sia. Ho fatto della passione e dell’amore per il cibo, i viaggi e tutto quello che ruota intorno a questo (pazzo) mondo, il mio lavoro. Con fatica durante questi primi 7 anni di blog (di cui 5 ormai dedicati giorno dopo giorno alla mia nuova professione). Non è stato per niente facile ma nella vita nulla lo è.
Hernest Hemingway diceva ‘Write what you know’. Ci sto provando, la strada è ancora lunga ma non ho fretta. Mettiamoci comodi e iniziamo a scrivere.
Note: ringrazio per l’ospitalità il Melià Whitehouse, per l’ottima sistemazione, che ci ha permesso di muoverci velocemente ( è situato proprio a fianco di Regent’s Park ) a due passi dall’omonima stazione della metro. Chef Sriram Aylur e tutto lo staff per la cena al Quilon, che per me è stata davvero come immergermi nella cucina indiana, in un’atmosfera calda e accogliente, dove ogni particolare è seguito nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso.
E grazie anche a PRCo Italy per aver organizzato la nostra trasferta londinese, la mia prima visita a Londra è stata davvero indimenticabile.
Entusiamo, energia e passione… leggere questo pezzo di lunedì mattina, con la pioggia battente fuori dalla finestra dà la carica!! brava sandra come sempre sei un pezzo avanti. Guardo i voli per londra intanto ;) e chissà magari next time FBC!
Londra è davvero magica, siamo contente di essere riuscite a fartene scoprire un pezzetto in più, nel nostro piccolo..
Ora guardiamo anche noi i voli, perché dopo questo post (e con il tempo, decisamente ‘a tema’ di oggi) ci è venuta un’irrimediabile voglia di tornarci! :)
bellissime impressioni, voglia di tornare a Londra, dove sono stata solo un paio di giorni anni fa. Quello che sempre mi colpisce di queste capitali internazionali, è la grande ricchezza di cibo di ogni tipo, e come i pasti vegan che si trovano nei mercati siano stratosferici.
Sono stata in Gran Bretagna varie volte, ma devo dire che se una volta era vero che si mangiava piuttosto male (o almeno, che era difficile e poco economico mangiare bene), ora è tutta un’altra storia! Sono stata spesso a Londra nell’ultimo anno, e ho osservato che rispetto a qualche anno fa i britannici hanno imparato la lezione: ora scelgono cibi di qualità, con grande attenzione per il biologico. Il tuo post mi ha riportato a Londra per un attimo, facendomi riassaporare il mio primo fish & chips (acquistato proprio sotto le arcate del Borogh Market e mangiato seduta su una panchina della South Bank), il profumo e la fragranza degli scones serviti durante l’afternoon tea e soprattutto mi hai fatto venire voglia di provare il ristorante indiano di cui parli: Londra è la capitale dei ristoranti etnici, e infatti ho provato un paio di giapponesi molto validi, un thai, un paio di cinesi ma… l’indiano mi manca! Chissà, magari sarà per il prossimo viaggio..
Entusiasmo allo stato puro cara Sandra :)
Lagonzi grazie cara, troppo carina :*)
PRCo Italy, grazie ancora ragazze! :)
FrancescaV, hai ragione, cibo vegan eccellente venduto al mercato. Avrei assaggiato tutto, ma proprio tutto sai? ;)
Daniela, benvenuta! mi fa piacere leggere queste tue parole. Sono rimasta piacevolmente stupita da Londra. Era la mia prima volta ma ero eccitata all’idea di conoscerla. Se hai qualche indicazione valida su locali e ristoranti mandami una mail. non si sa mai :)
cucina@untoccodizenzero.it
Marina, :)
Troppo forte! Londra è così, a me manca tantissimo sempre!
io a Londra ho sempre mangiato benissimo, soprattutto nei postacci peggiori e unti di fish & chips :)
Julssssssss!!! Miss you so much :*)
Elisabetta love fish&chips !
Cara Sandra ,il tuo entusiasmo é contagioso ! é vero che Londra é una vera miniera d’oro per gli appassionati di cibo , ho scoperto i mercatini rionali e sono anche meglio di Borough ( che resta grande per tutto il resto ) per me : frutta e verdura cosi fresche che mi davano l’acquolina solo a guardarle . L’anno prossimo potremmo andarci assieme !Kisses
Prima di tutto complimenti, leggere i tuoi reseconti di viaggio è un esperienza piacevolissima. Hai fatto della tua passione una stimata professione, merce rara in questi anni difficile.
Un abbraccio
Coincidenze! Stesso fine settimana, stesso volo, anche per me prima volta a Londra e sabato pranzo a borough market!