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La campagna d’autunno è uno dei luoghi che più amo in assoluto: il silenzio, la bruma del mattino, le passeggiate immersi nella natura, la legna scoppiettante nel camino, una tazza di tè ammirando l’alba avvolti da un caldo maglione.
Se poi ho a fortuna di andare alla scoperta di un antico borgo in Toscana la gioia è raddoppiata.
Ad Ottobre sono stata ospite della Tenuta di Capezzana a Carmignano, un piccolo borgo tra Firenze e Prato, facilmente raggiungibile con il treno ad alta velocità da tutte le grandi città, comoda fermata a Firenze, poi un regionale da Firenze a Prato. Se vi accordate con la proprietà è possibile che qualcuno della famiglia Contini Bonacossi possa venire a prendervi a Prato.

Giardino- Capezzana
Capezzana è una tenuta che ha una grande storia, una storia importante, che inizia molto lontano.
A Carmignano la vite si coltivava già in epoca preromana, circa 3000 anni fa, come certificano i vasi da vino e le coppe trovati in alcune tombe etrusche.
Nell’archivio di stato di Firenze è stata ritrovata una pergamena datata 804: si tratta di un contratto di affitto che documenta come già 1200 anni fa a Capezzana venissero coltivati olivi e viti per la produzione dell’olio e del vino.
Quindi potete immaginare quando ho iniziato a sentire dalla voce di Filippo Contini Bonacossi e dai racconti di tutta la famiglia, la storia di questo pezzetto di terra toscana, come le emozioni abbiano preso il sopravvento. Sono da sempre un’inguaribile romantica e da qualche anno vado sempre alla ricerca di belle storie da raccontare, di aziende e produttori che continuano la storia della famiglia, nel rispetto del loro territorio.
Capezzana da circa 3 anni ha convertito in biologico la produzione di vino e olio, una scelta molto ben ponderata, una scelta che sta premiando sempre più la famiglia Contini Bonacossi.

In Orciaia l’olio nuovo di Capezzana

L’olio nuovo di Capezzana
Tra fine Ottobre e i primi di Novembre la produzione è quasi tutta dedicata all’olio nuovo, un prodotto che Capezzana sta promuovendo moltissimo, sia in Italia che sul mercato estero. Perché non c’è niente di più buono, profumato e unico di un cucchiaio di olio nuovo nella zuppa di verdure o legumi, su un crostino di pane toscano, la Fettunta, con un pizzico di sale e pepe e magari una grattata di aglio fresco. Ogni piatto con qualche goccia di olio nuovo assume un’anima differente.
A Capezzana propongono, durante il periodo di molitura delle olive, un menù dedicato all’olio nuovo, che lo vede protagonista in ogni piatto, a volte anche nel dolce, per la sua caratteristica nota delicata e per nulla aggressiva.

Olive pronte per la molitura

Le vigne e gli ulivi- Capezzana
Dicevamo biologico. Dal 2009 Capezzana ha avvicinato sempre più la sua produzione al biologico con una conversione lenta e graduale, con un’agricoltura sostenibile, il rispetto della terra dovrebbe essere pratica fondamentale per un agricoltore, da perseguire in tutte le sue coltivazioni.
Per Capezzana è stato un ritorno alle origini, con pratiche sane per la terra, la vigna, gli ulivi, per tramandare rispetto e lasciare una terra sana a quelli che verranno dopo.
Si pratica il sovescio, il seminare leguminose a filari alterni nelle vigne, questo perché le leguminose hanno la caratteristica di fissare l’azoto naturale al terreno, oltre ad apportare sostanza organica al terreno una volta terminato il ciclo di fissazione dell’azoto.
Il sovescio si semina subito dopo la vendemmia, per permettere uno sviluppo delle radici precoce, prima dell’arrivo dell’inverno. Solo in questo modo gli agricoltori sono certi che i rizomi conterranno i batteri fissatori dell’azoto. A Capezzana non si usano concimi chimici e ovviamente nemmeno diserbanti, il diserbo viene fatto con uno scalzatore attaccato al trattore (anch’esso un piccolo attrezzo per non caricare il terreno) un lavoro certosino da parte degli operatori agricoli, lento e costante, nel rispetto della terra e della vigna.
La volontà di rispettare vigna e terreno si nota anche da piccoli dettagli come la raccolta dei lacci di plastica che reggono le viti al supporto di filo di ferro della spalliera: durante la potatura questi piccoli lacci, che potrebbero sembrare innocui, vengono raccolti dagli operatori e messi in piccoli sacchetti, che poi vengono conferiti in una sacco più grande destinato alla raccolta differenziata. Chili di plastica che vengono sottratti alla terra, un gesto che denota grande rispetto dell’ambiente.
Anche i trattamenti in vigna e per gli ulivi sono ridotti al minimo: per la vigna utilizzano zolfo Bagnabile o in polvere e di solfato di rame. Per gli ulivi utilizzano, solo in caso di necessità, rame e calce, e solo nel momento in cui si rendono conto di attacchi da parte della mosca olearia, monitorando con trappole gli eventuali sviluppi.

Gaddo Contini Bonacossi

Particolare della Cantina – Capezzana

Fettunta con l’olio nuovo di Capezzana
Da qualche tempo non avevo più avuto la fortuna di assaggiare un olio appena spremuto, non ricordavo il profumo erbaceo e quel suo colore verde smeraldo intenso, a ricordare più il colore dei pistacchi che quello delle olive. L’assaggio è stato altrettanto emozionante, per me che dedico molto tempo alla ricerca di eccellenze gastronomiche come queste, di produttori che mettono tutte le loro risorse, il loro sapere nella realizzazione di prodotti unici. Non riesco a capire chi compra olio di bassissima qualità nei supermercati, oli scadenti, di dubbia provenienza, oli che vengono venduti a circa 3 euro alla bottiglia. Quando mi dicono che non tutti possono permettersi un olio extra vergine di oliva di qualità rispondo che quando un olio è buono ne basta davvero molto poco per condire una pasta, per cucina la carne o le verdure. Quando un olio è scadente il nostro organismo si assuefà a questo tipo di prodotto, ma non tutti se ne rendono conto.

Farinata, cavolo nero e olio nuovo di Capezzana

Degustazione vini Capezzana
Oltre all’olio, a Capezzana ho assaggiato alcuni dei loro vini. Tra quelli bevuti in degustazione mi è piaciuto molto il Villa di Capezzana D.o.c.g. È il vino storico dell’azienda, quello che forse più rappresenta il territorio del Carpignano. In cantina a Capezzana ci sono bottiglie dal 1925. Io ho avuto il grande onore e privilegio di poter bere un Villa di Capezzana della mia annata, prodotto per l’80% da Sangiovese e per il 20% da Cabernet Sauvignon. Il Carmignano DOCG si affina per oltre un anno in tonneaux e in bottiglia per circa 12 mesi. A cena, accompagnando una buonissima fiorentina cotta alla brace alla perfezione da Filippo, abbiamo bevuto un Trefiano D.o.c.g un Carmignano elegante e vellutato, di quei vini rossi che sono talmente buoni, beverini e accattivanti che arrivi al fondo della bottiglia senza nemmeno accorgertene, un bell’esempio di quando un vino è buono, è sano e ti rendi conto che non serve estremizzare il biologico se il biologico è fatto bene. Le vigne del Trefiano si trovano attorno alla villa che da il nome al vino, Villa di Trefiano, costruita dal Buontalenti nel 1570 per i conti Rucellai, nobile famiglia fiorentina.

La cottura della Fiorentina
Il Trefiano DOCG, ottenuto con un’uvaggio di Sangiovese, Cabernet e Canaiolo, si affina in tonneaux per 16 mesi e per oltre un anno in bottiglia.
Per gli amanti dei vini bianchi un aromatico Trebbiano IGT, una vera e propria scommessa per l’azienda, prodotto per la prima volta nel 2000. Una scommessa vinta: viene vendemmiato nella prima metà di Ottobre, si abbina alla perfezione con carni bianche e crostacei ma anche con vellutate di verdure e ortaggi, come abbiamo fatto noi, con un goccio di olio nuovo e una macinata di pepe nero, con la farinata di cavolo nero.

Le uve a riposo per il vinsanto in Vinsantaia

L’Oro di Capezzana, il Vinsanto
Un discorso a parte per l’Oro di Capezzana, il favoloso Vinsanto della Tenuta di Capezzana. Ho visitato la Vinsantaia e sono rimasta affascinata, un luogo davvero emozionante, che se non avete mai visitata una vi consiglio di vederne una almeno, per capire cosa c’è dietro alla produzione di uno dei vini che il mondo intero ci invidia, che non compete con nessun altro perché è un prodotto unico ed irripetibile.
Ho avuto la fortuna di ascoltare come si produce questo nettare divino: una produzione limitata, fatta con uve di Trebbiano e San Colombano, scelte tra le più mature delle vigne iscritte all’albo del Carmignano.
Vengono poi fatte appassire sulle stuoie fino a Febbraio-Marzo dell’anno successivo. Il mosto viene messo nei caratelli per almeno 5 anni, solitamente riposti nei solai che subiscono sbalzi termici durante l’anno, sbalzi che favoriscono la fermentazione. Pensate che solo 1/4 1/5 del peso originale dell’uva diventa Vin Santo, davvero una produzione molto limitata. In un mondo destinato all’omologazione, all’appiattimento è una vera gioia poter assistere a produzioni limitate come questa.

Villa di Capezzana

Particolare di una delle camere da letto, Agriturismo Capezzana
L’Ospitalità a Capezzana è molto importante e verrete accolti a braccia aperte: soggiornare in una delle 10 camere a disposizione degli ospiti, un grande privilegio, riposare, rilassarsi immersi nella natura a 360°. D’estate la possibilità di usufruire della piscina e del refrigerio del parco tutto intorno alla Villa, colazione bio, con prodotti freschi del territorio, frutta fresca, pane, salumi, uova, torte fatte in casa, come le confetture. In autunno lunghe passeggiate, tra i campi, gli ulivi e le vigne, per godere appieno di questo angolo prezioso di Toscana, lontano dal traffico e dalla folla cittadina. Un piccolo angolo di paradiso a pochi chilometri da Firenze.
Li trovate anche sui social, tra pagina FB e Instagram, così potrete seguire l’evoluzione delle stagioni in cantina, i colori della natura che cambia.
I contatti per richiedere informazioni e per prenotare.

La colazione Capezzana

Breakfast in Capezzana
Una grande e bellissima famiglia quella dei Contini Bonacossi, in 7 tra fratelli e sorelle a gestire il patrimonio lasciato dal padre Ugo Contini Bonacossi e dalla Signora Lisa. Vittorio era quello che si occupava delle vigne, colui che ha fortemente voluto la trasformazione in biologico, che purtroppo è scomparso prematuramente quest’anno. Benedetta Contini Bonacossi è colei che gestisce la cantina, si occupa della trasformazione delle uve, segue la produzione del vino da vicino. Beatrice Contini Bonacossi si occupa della parte commerciale, sia per l’estero che per l’Italia, quella che segue i mercati. Filippo Contini Bonacossi è il responsabile del frantoio, segue attentamente la produzione dell’olio e gli uliveti. Con loro in azienda i figli di Vittorio, Serena e Gaddo. Una storia di famiglia, una produzione di famiglia seguita passo passo, dall’inizio alla fine.
Una bella storia da raccontare e da scoprire e che vi consiglio di fare personalmente, organizzando un fine settimana a Capezzana.
- La colazione
- Enoteca a Capezzana
- Tortelli e olio nuovo di Capezzana
- Farinata e cavolo nero con l’olio nuovo
- Trebbiano , Capezzana
- Filippo Contini Bonacossi al taglio della fiorentina
- La fiorentina
- Gaddo Contini Bonacossi
- Particolare della cantina
- I vini di Capezzana
- Olio nuovo capezzana
- Olio nuovo in orcio (Orciaia di Capezzana)
- Vinsanto di Capezzana
- La cantina di Capezzana, particolare delle botti
- Colazione
- Colazione a Capezzana
- Uve in Vinsantaia
- Uve in Vinsantaia
- Olio extra vergine di Oliva di Capezzana biologico
- Olive prima della molitura
- Olive a Capezzana
- Enoteca a Capezzana
- Villa di Capezzana
- Villa di Capezzana, anno 1967
- Cottura della fiorentina
- Particolare di una camera da letto dell’agriturismo
- Vista dalla camera da letto- Capezzana
- camera da letto, Agriturismo a Capezzana