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I fratelli Portinari aprono La Peca il 17 dicembre 1987. Nicola lo chef, Pierluigi il pasticcere sommelier. Dal 2009 conquistano le due stelle della Guida Michelin. Nello stesso anno le 5 forchette della guida Audi e il premio di Miglior Cantina dell’Anno nella guida de L’Espresso. Peca, in dialetto vicentino, significa traccia, impronta. Come quelle che Nicola e Pierluigi da piccoli si divertivamo a lasciare sul grande tavolo in cristallo del salotto, instaurando una gara a chi riusciva a lasciarne di più, che faceva infuriare la madre. Peca era anticamente anche il nome delle colline del territorio in cui si trova il ristorante: una leggenda dice che queste zone in passato erano talmente inaccessibili che vi si avventuravano solo i ladroni, che passando lasciavano visibili le loro impronte, le peche. Un nome scelto come omaggio alle tradizioni della loro terra e della loro famiglia, ed insieme uno sguardo rivolto verso il futuro e l’innovazione, con la volontà, che li contraddistingue, di lasciare nella ristorazione italiana una chiara impronta. Per questo lo stampo di una mano aperta è dal 1987, anno in cui La Peca apre, il simbolo di questo ristorante.

La cucina di Nicola Portinari è una cucina emozionale, in cui tecnica e poesia si sublimano in sapori incredibili per la loro complessità e allo stesso tempo pulizia. Ciononostante la convinzione che un piatto debba essere buono non solo nel momento in cui si consuma ma anche dopo, garantendo, con la sua leggerezza, una buona digestione, ha fatto della cucina della Peca una cucina sana, che non innalza i gusti a discapito della salute, passando attraverso la drastica riduzione dell’uso dei grassi nelle preparazioni. L’attenzione poi è rivolta anche alle problematiche più moderne legate all’alimentazione. Parliamo di ristrettezze sia dovute a regimi dietetici imposti da un punto di vista medico, come le intolleranze per esempio, che dettati da scelte etiche come vegetarianismo e veganismo. Molte infatti sono le preparazioni in carta, anche fra i dessert, senza glutine o senza lattosio o vegane.

Questo il racconto che lo chef farà a Torino, martedì 11 Giugno, attraverso piatti nati per essere letti ancor prima che gustati. Un’occasione unica, un appuntamento da non mancare.

Il più vasto ed articolato palazzo Nobiliare della città di Torino, realizzato da Gian Giacomo Plantery fra il 1715 e il 1722 per conto del Marchese Baldassarre Saluzzo di Paesana, contenitore ideale per l’arte, a partire da febbraio sarà teatro di #BArock – Stelle a Palazzo, la prima edizione della rassegna di alta cucina in cui, alcuni tra i migliori chef stellati d’Italia si alterneranno mese dopo mese nelle cucine e nelle sale del Palazzo.
I cuochi che arriveranno da tutta Italia saranno chiamati a interpretare con i loro piatti la doppia anima di un palazzo che per quanto barocco vuole svelarsi al mondo nella sua veste migliore, la più intrigante e rock che possiate immaginare.
Ogni mese una nuova stella, un nuovo racconto votato alla scoperta di quei sapori che da sempre contraddistinguono il nostro Paese. Barock ha ospitato, da Febbraio ad oggi, per ogni mese una regione italiana perché tessere una tela capace di unire le teste più giovani, come anche quelle più navigate, quelle per le quali conserveremo sempre un posto in fondo alla memoria è l’obiettivo degli organizzatori.

Lombardia, Piemonte, Puglia, Lazio e Veneto sono le prime 5 regioni chiamate a scendere in campo con i loro alfieri migliori, gli stessi che in una immaginaria partita a scacchi saprebbero fare quella differenza minima capace di creare il vantaggio sufficiente per arrivare alla vittoria. Nuove stelle, stelle consolidate, futuro che fa ben sperare.
A disposizione avranno le sale settecentesche di Palazzo Saluzzo Paesana, dove negli anni oltre 50.000 persone hanno potuto ammirare, in occasione di mostre personali e collettive, le opere dei migliori artisti contemporanei tra cui ricordiamo Ray Caesar, Sven Marquardt, Malleus, Patrick Moya, Marie Cecile Thijs. E soprattutto potranno utilizzare i locali della nuova cucina, con le sue piastrelle in cemento, di gusto novecentesco e i piani di appoggio in solide lastre in marmo Bianco di Carrara che dettano la bicromia bianco/nero ricorrente in tutto lo spazio.

L’appuntamento è fissato all’interno dell’appartamento dei Marchesi, situato al Piano Nobile di Palazzo Saluzzo Paesana, subito sopra l’ex Teatro e il Cortile d’Onore.
Un menù davvero interessante quello di Portinari, sublimato dal Wine Pairing di Alessandro Tupputi, sommellier del ristorante La Madernassa, chef Michelangelo Mammoliti, una Stella Michelin a Guarene (Cn) che è stato ospite della rassegna #BArock Stelle a Palazzo a Marzo.

Il Menù dello chef Portinari per #BArock, Stelle a Palazzo