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Rientrata dopo due giorni di incontri a Bilbao ho ancora addosso un’incredibile energia. L’energia di tante donne che hanno raccontato le loro esperienze e condiviso con noi i loro pensieri, i loro sogni durante Parabere Forum, il primo forum delle donne nella gastronomia organizzato da Maria Canabal.
Maria è stata davvero grande, bravissima a costruire una rete forte con così tante donne, da tutto il mondo, ben 27 paesi rappresentati.
Il mondo gastronomico è in fermento, negli ultimi anni ci siamo accorti che il ruolo delle donne sta cambiando, c’è una consapevolezza diversa in ognuna di noi. E il mio non è un discorso femminista perché non lo sono mai stata, ma un ragionamento su un possibile e diverso futuro per tutti noi che preveda senza più timore, un ruolo paritario per tutte le donne di questo pianeta. La strada ovviamente è in salita, ma da qualche parte dovremo pur cominciare, no?
Maria ha chiuso i due giorni di forum con le lacrime agli occhi, un’immagine bellissima per noi che eravamo lì con lei a diffondere passione, esperienze e sogni, tutto quello che è stato possibile raccontare attraverso gli interventi delle speaker, raccontato come sempre attraverso i social network come FB e twitter.
L’Alleanza delle donne del cibo, come ha scritto Cristina Bowerman, perché proprio di questo stiamo parlando, di un’alleanza di donne per le donne. Sono stati due giorni intensi ed emozionanti, soprattutto per gli interventi a cui abbiamo assistito, ai racconti di donne che ce l’hanno fatta, che hanno deciso di cambiare la loro vita, donne che hanno combattuto contro pregiudizi, tradizioni e ne sono venute fuori a testa alta.
Donne che si sono inventate un lavoro, facendo rete con il territorio come Isabel Soares di Fruta Feia, che andando contro ogni previsione ha deciso di raccogliere i prodotti agricoli (frutta e verdura brutta) dei contadini, quelli scartati dalle grandi catene e dalla GDO perché non perfetti, non belli esteticamente. Ma questo come sappiamo non conta. Perché per il consumatore conta la qualità, la bontà del prodotto ma soprattutto conta che sia sano, non chimicamente modificato, aggiungo.
O come la difficile storia di Chido Govera The Future of Hope, il suo destino segnato, orfana a 7 anni, affidata con il fratello ai nonni e che a 10 anni si sarebbe dovuta sposare con un uomo di 40 perché nello Zimbabwe è questa la vita della bambine, andare in sposa a uomini adulti per poter sopravvivere, che significa poter avere del cibo. Chido decise che quella vita non era la sua.
Ora Chido ha un solo obiettivo: liberare i bambini, gli orfani, dalla povertà e dagli abusi, permettere loro di studiare e costruirsi un futuro, anche lavorativo e diventare forti e responsabili. Ora Chido coltiva funghi buonissimi e insegna a coltivarli, per rendere indipendenti le donne (ma non solo loro) del suo paese.
Altra bella testimonianza, quella di Maria Fernanda de Giacobbe, in un paese martoriato come il Venezuela, dove la corruzione e la politica stanno disintegrando l’identità di un popolo. Maria Fernanda de Giacobbe ha creato Comunitad Kakao: da un piccolo laboratorio artigiano, dove hanno trovato lavoro dapprima una trentina di donne, ora sono più di 1200, tra imprenditrici insegnanti. Donne che lavorano con altre donne per costruire un futuro migliore per loro e le loro famiglie e realizzare un sogno di indipendenza e libertà.
Dal Venezuela a New York per un’altra bellissima case history, quella di Hot Bread Kitchen: dall’emarginazione alla violenza, donne che hanno subito abusi (anche domestici) che cercano una seconda opportunità e la trovano grazie al lavoro e l’impegno di Jessamyn Rodriguez, che ha riunito in questo bellissimo progetto donne di molte nazioni, che producono il loro pane, in un forno multietnico.
Una parola che ho sentito spesso durante il forum è stata libertà. Noi diamo per scontate tante cose, viviamo in una parte di mondo civilizzata. Abbiamo tutto, non ci manca nulla e rientrare a casa dopo aver ascoltato donne che hanno dovuto combattere per ottenere la propria libertà mi ha fatto pensare. Pensare che forse è giunto il momento di unire le forze e iniziare a collaborare: la gastronomia può essere uno strumento di riscatto sociale anche e soprattutto per le donne in difficoltà.
Ringrazio ancora Maria Canabal per avermi invitato e credo che questa prima edizione di Parabere Forum sia solo il trampolino di lancio non per uno, ma per una serie infinita di occasioni di incontro, dove potersi raccontare e fornire l’occasione a chi ancora non l’ha avuta, di credere nelle proprie capacità.
Aprite la porta, uscite di casa e fate sentire la vostra voce: non siete sole, siamo tante e tutte qui pronte ad ascoltare e a tendervi una mano.
Grazie a Elisia Menduni, Maria Cicorella, Viviana Varese, Livia Iaccarino, Mariella Caputo, Monica Meschini, Cristina Bowerman, Marzia Buzzanca, Fernanda Roggero, e tutte le grandi donne che sono state con noi a Bilbao.
Ci vediamo nel 2016!
Album fotografico di Parabere Forum su Flickr
Le foto che ho utilizzato per il post sono prese da Flickr, in Creative Commons
Ti ho seguita sui social mentre eri al Parabere forum a partire da Fruta Feia.
L’energia, la forza, la determinazione e l’immancabile entusiasmo si coglieva già dai tweet o dalle immagini.
Questo post completa l’opera. I progetti che citi hanno tutti un tocco in più (non di zenzero, quello è solo tuo :) ). Il forno multietnico mi colpisce particolarmente.
Ai prossimi incontri!
Rossella è stato davvero molto emozionante ma anche un modo per confrontarsi con tante donne, tutte fantastiche e con storie incredibili da raccontare.
Il prossimo anno non puoi mancare cara!