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tartufo nero e Cahors

Autunno. In questo periodo dell’anno la natura cambia d’abito e se possibile diventa ancora più bella. Dopo 3 week end di fila fuori casa posso dedicarmi alla scrittura, agli assaggi, alle nuove ricette, sistemare le foto scattate negli ultimi mesi. Tra le tante mi sono ricordata che circa un mese fa abbiamo comprato dei tartufi neri, dal celestiale profumo e dall’aroma intenso. Probabilmente verrò considerata una pazza, ma tra il bianco e il nero amo molto quest’ultimo. È molto più intenso, vicino al mio carattere. E poi il tartufo nero ama i carpini, i tigli, i noccioli, proprio come me, ragazza di campagna mancata. Ma non dispero perché penso che prima o poi in campagna ci tornerò.
Sono indietro con i post e le pubblicazioni. Avrei voluto raccontarvi di alcune scoperte golose fatte sulla costa quest’estate. Mi devo fermare più di qualche giorno. Non mettere il naso fuori casa e scrivere, scrivere, scrivere. Magari con un calice di Cahors a farmi compagnia.

Tartufo nero e Cahors

Per voi oggi 2-3 suggerimenti su come utilizzare il tartufo nero in cucina, un vino di cui mi sono innamorata e un bellissimo film, che adoro e che scoperto per caso, saltando come spesso mi succede, da un link all’altro tra #twitter e Fb.
Ogni tanto, quando voglio viaggiare con la mente, lo guardo e penso che prima o poi camminerò sulle stesse strade, annusando gli stessi boschi, se sono fortunata in compagnia del maialino che vedrete ripreso e che va alla ricerca di tartufi.
Cahors è tra le prossime mete da visitare in Francia, la Moleskine è piena zeppa di note e appunti su cosa andare a vedere, assaggiare, annusare. Sulle note del film ho deciso di provare l’abbinamento Cahors/ Tartufo nero, ma con un paio di ricette semplici e gustose. In cantina mancava all’appello il Cahors, ma ho chiesto ai miei genitori che avevano in previsione un fine settimana a Nizza, di comprarmene un paio di bottiglie: alcuni esperimenti gastronomici necessitavano proprio di quel vino. E la mamma mi accontenta sempre. :)

Cahors è situata a metà strada tra due mari: a Nord Ovest l’oceano Atlantico e a Sud il mare Mediterraneo. Il suo vino ha origini antichissime, diciamo vecchio di quasi 2000 anni. La vigna fu introdotta dai Romani, e prosperò nella regione di Quercy arrivando a produrre un vino molto buono e particolare. Si narra che verso l’anno 92 l’imperatore ordinò di sradicarla. Qualche secolo più tardi (anno 1152), grazie agli inglesi che lo chiamavano « black wine », i vini di Cahors si imposero in tutta Europa, togliendo il primato ai vini di Bordeaux. Nel 1241 i viticoltori bordolesi ottengono dal re d’Inghilterra (Enrico III, la regione era allora sotto la dominazione inglese) il divieto di trasportare i vino di Cahors al porto di Bordeaux prima di Natale. Nel diciannovesimo secolo (anno 1865) la produzione subì un duro colpo, poiché tutte le vigne di Cahors vennero distrutte dalla Phylloxera. A partire dal 1947 la vigna ricomincia a ricrescere grazie ad alcune piante trovate da un proprietario di Bordeaux (quale destino per il Cahors!). Nel 1971 al momento del decreto di denominazione AOC il vitigno contava all’incirca 440 ettari. Oggi ha raggiunto i 4400 ettari.

La prima ricetta è davvero molto golosa e pronta in 10 minuti. Se avrete la possibilità di acquistare della Robiola di Cocconato ( gli amici genovesi, milanesi, torinesi e romani sì, da Eataly) basterà tagliarla a pezzetti, trasferirla nelle cocotte di ceramica e cuocerla in forno a 180° per circa 10/12 minuti o fino a quando non sarà quasi sciolta. Sfornare spolverare con una macinata di pepe nero e affettare tartufo a piacere. Ehm, stavo dimenticando anche l’uovo al padellino con tartufo : burro, uova-sempre bio o del contadino di fiducia (che siano controllate mi raccomando!) – sale e una mini padella. Cottura? Appena si cuoce l’albume, il tuorlo praticamente crudo! E tartufo a cascata…

La seconda è per carnivori: tartare di manzo con tartufo nero. So che molti non amano la carne cruda, ma da buona piemontese amo la carne cruda. Anche se ne mangio davvero poca (e sempre meno in questi anni) le poche volte a me piace cruda. Quindi con il tartufo nero cruda di ottima qualità, olio e.v. di oliva (una cultivar delicata se potete, ligure o del Garda) un pizzico di sale e pepe e poi tanto, tanto tartufo nero!

Poteva mancare il dessert con il tartufo? No. Eccomi con una vera delizia, una golosità. Tartufo nero con gelato alla crema: coppetta, tanto gelato alla crema (se possedete una gelatiera potrete prepararlo in casa) altrimenti acquistatelo. Per noi quello di Eurocrem. Con? Tartufo!

Il film documentario The scent of black è ricco di poesia, d’amore e rispetto del territorio. Narra la storia, il legame tra i produttori di Cahors e la terra, che oltre alla vigna è custode di un altro bene molto prezioso: il tartufo nero. Da qui il nome ‘The scent of black’.

The Scent of Black (Cahors) from GrapeVisions on Vimeo.

“Si tu vois tes doigts à travers ton verre de vin, ce n’est pas du Cahors”

Cahors