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Mi piace conoscere persone nuove e raccontare le loro storie. In questi ultimi anni ho viaggiato tanto, tra Italia, Europa e in giro per il mondo. Ho incontrato tante persone, alcune sono rimaste nei miei ricordi, i loro visi, gli sguardi. Altre no, ho ricordi confusi e vaghi. Succede sempre con le persone con le quali non c’è affinità, feeling. Viaggiare tanto vuole anche dire ricordare tanto, i ricordi diventano parole così è più semplice riportare alla memoria i viaggi.
Nelle ultime due settimane ho conosciuto molte donne, tutte imprenditrici, tutte a capo di aziende di un certo valore, tra industria e turismo, donne di valore, donne che sanno come dare valore al lavoro degli altri, ai collaboratori. Donne coraggiose, donne caparbie e ostinate, che potevano decidere di abbandonare tutto e andarsene, ma alla fine non l’hanno fatto.

Tra queste donne c’è Alessandra Garin, de l’Auberge de La Maison di Entrèves, che da qualche anno gestisce con amore e passione l’azienda di famiglia, che ti fa emozionare quando racconta cosa c’è dietro ad un hotel come il suo, quanto lavoro e attenzione al cliente, l’attenzione ai più piccoli dettagli, ai nuovi progetti, al restyling delle camere, ai materiali selezionati. Al fatto che tutto deve essere perfetto o quasi.




L’Auberge sembra in tutto e per tutto lo chalet dei sogni, in legno, profuma di resina, spezie e vaniglia. Non posso ancora dire di aver odorato il profumo della legna che arde perché il caldo soffocante, ahimè, quest’anno mi perseguita. Anche a Courmayeur temperature di fine estate o, se preferite, di una calda (troppo) Primavera inoltrata.
Mi sono ripromessa di tornare quando il camino e le stufe saranno accesi, quando ci sarà la neve ad attenderci fuori dalla porta per una lunga passeggiata, per assaporare una tazza di cioccolata calda mentre fuori nevica, una coperta sulle gambe e un buon libro da leggere. Un massaggio rilassante, un bagno in piscina e il bagno turco dopo le fatiche dello sci. Ora deve solo iniziare a fare freddo.



Le trentatre camere dell’Auberge de La Maison sono diverse una dall’altra e si distinguono per la cura degli arredi, l’unicità dei particolari e la ricerca del comfort.
Alcune hanno un tono romantico, altre sono caratterizzate dalla presenza di una tipica stufa-camino in ceramica maiolica, altre ancora dall’ampio soppalco in legno.
Tutte le camere, di qualsiasi tipologia esse siano, godono di un valore aggiunto: il panorama. E vi assicuro che il panorama è uno dei plus di questo hotel.
L’Auberge è circondato da tante meraviglie e da ogni finestra e balcone si può ammirare un panorama di impareggiabile bellezza: il prato e la vallata di Courmayeur, il massiccio del Monte-Bianco, il ghiacciaio della Brenva, ai piedi delle montagne, immersi nella natura.

Le crepes farcite Ristorante Aubergine| Auberge del la Maison

I pani a seccare per l’Inverno | @ Auberge del la Maison

E stata una bellissima esperienza, nonostante fossi ridotta maluccio a causa di una faringite che mi ha lasciato senza voce per alcuni giorni. Poco male direte voi, così almeno ogni tanto stai anche in silenzio. :)
Un aperitivo sull’erba, il sole caldo sul viso, un pranzo all’aperto, degustando le specialità del ristorante L’Aubergine tra crepes al prosciutto e Fontina, la fantastica Mocetta e un calice di birra di Courmayeur (Lager beverina, prodotta proprio a Courmayeur), con Alessandra che ci raccontava le novità previste per la stagione invernale. Una splendida atmosfera rilassata, chiacchiere fitte fitte, come tra vecchie amiche. Essere ospite in un hotel come l’Auberge è sentirsi come a casa. Questo è secondo me il valore aggiunto di certe strutture, non contano le 4 o le 5 stelle, conta la professionalità, il saper fare bene il proprio lavoro e, sopra ogni cosa, amare talmente tanto quello che si fa da trasmettere questa passione a chi ti sta accanto. Una sensazione che mi è familiare.

Piscina | Auberge de La Maison

Il benessere firmato Auberge de La Maison si chiama Maison d’Eau.
La struttura originale è stata recentemente ampliata e dotata di un’area benessere e di una accogliente piscina riscaldata che si sviluppa sia all’interno che all’esterno dell’hotel. Musica delicata in sottofondo ed essenze montane decise accolgono gli ospiti al loro ingresso, confortevoli lettini, tessuti naturali e un’incantevole vista sul Monte-Bianco invogliano al relax.
Sauna, bagno turco, piscina con cascata alpina, idromassaggio e crioterapia oltre alle esperienze multisensoriali della personal spa Refuge du Mont-Blanc che con biosauna al fieno, idromassaggio e giacigli di fiori e erbe di montagna diventa luogo ideale per trascorrere momenti unici di benessere alpino.
Il benvenuto in hotel prevedeva anche un trattamento corpo, e la responsabile della Spa ha optato per un Aromatic Full Body and Eyes: un massaggio con olio aromatizzato preceduto da una spazzolatura peeling del corpo per stimolare le terminazioni nervose. In più il trattamento prevede maschera per gli occhi preparata con fango fieno e argilla, che stimola la circolazione e il drenaggio.


Da non perdere

Una tappa da programmare assolutamente, se vi trovate tra Entreves e Courmayeur, è lo SkyWay Monte Bianco, ovvero arrivare diretti in Paradiso con una delle più moderne cabinovie del mondo. Un’esperienza elettrizzante oltre che emozionante, raggiungere quota 3500 mt, con di fronte la Grande Montagna, il Dente del Gigante e le Alpi è stato qualcosa di indescrivibile, l’emozione è stata grande, sospesi su una piattaforma a 360° con una vista mozzafiato. È davvero l’Ottava Meraviglia del Mondo.


Cabinovia rotante SkyWay Monte Bianco

I Vini di Anselmet

Una visita e una degustazione presso la Cantina Maison Anselmet, una delle cantine più conosciute e apprezzate della Valle D’Aosta. Affianca la storica produzione della famiglia, Henri Anselmet, nipote di Renato con la sua La Plantze, che profuma di innovazione.
La Plantze,  in dialetto patois, la variante dialettale della lingua franco-provenzale che si parla in Valle d’Aosta, significa la parcella, proprio ad indicare come la conformazione del territorio obblighi i vigneron di questa piccola regione a gestire superfici vitate molto frammentate.

Nagött La Plantze – con lo stesso assemblage del Torrette (Petit Rouge, Fumin, Mayolet, Cornalin), vino molto diffuso in VdA, ma con percentuali diverse e una piccola aggiunta di Prementa, ecco un risultato abbastanza inconsueto.
Al Mister La Plantze – Con quest’ultima etichetta vinificata in bianco torniamo all’internazionale con un assemblage di Sauvignon e Viognier, con Henri Anselmet che sperimenta una lavorazione in cantina fatta esclusivamente in anfora. Aerazione eccezionale, una sorpresa.

Vino in anfora | Henri Anselmet- La Plantze

Potrei racchiudere il territorio e la tipicità valdostana in un bicchiere di Nagött, un elegante assemblaggio di vitigni autoctoni leggermente sovramaturati, vitigni tra i miei preferiti: Petit Rouge, Fumin, Cornalin.
Henri Anselmet ha solo 28 ma le idee molto chiare in fatto di vino, ha intrapreso la strada dell’innovazione, della sperimentazione nella sua azienda. Questo rosso di struttura e carattere è il primogenito di Henri.
Una grande famiglia del vino, fondata da nonno Renato, classe 1941, stretta di mano vigorosa e sguardo profondo di chi ha tante storie da raccontare quanta esperienza. Riprenderò in un articolo dedicato la storia dei vini delle Maison Anselmet.

Vista Monte Bianco da L’Auberge de La Maison

Ora non resta che attendere la neve e Generale Inverno per tornare ad assaporare l’atmosfera calda e accogliente de L’Auberge de La Maison.

*Articolo realizzato in collaborazione con L’Auberge de La Maison*

© foto Sandra Salerno /Auberge de La Maison